Puliamo il Golfo con la Lana!
Avendo vissuto 3 anni in Messico e visitato spesso l’area di Progreso, cittadina sul Golfo di una bellezza disarmante se non fosse che il panorama e’ rovinato dagli stabilimenti della Pemex, e amante ossessiva compulsiva di quella zona, la situazione di inquinamento di quell’area marina mi sta particolarmente a cuore. Le cosidette maree nere, sono potenziali bombe ecologiche, in quanto gli idrocarburi e il greggio depositato nei fondali possono letteralmente modificare geneticamente gli organismi marini e provocare loro tumori.
Quando ho saputo che il mio vicino, Luciano Donatelli, ha brevettato di recente un sistema tecnologico che utilizza la lana, una delle principali risorse della mia citta‘, Biella, che da secoli lavora nel settore del tessile e conosce le proprieta‘ della stessa, per ripulire il mare, l’ho subito chiamato per avere maggiori informazioni in quanto mi e’ sembrata un’idea grandiosa.
L’idea iniziale del progetto (denominato Wores), il classico uovo di Colombo, e’ venuta proprio a lui, Presidente dell’Unione Industriale di Biella, durante la disastrosa fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma petrolifera Deep Horizon della BP nel Golfo del Messico nell’estate 2010, che gli fece ricordare la proprieta’ idrorepellente della lana grezza e contemporaneamente, la sua capacita’ di assorbire gli olii in quantita’ 10 volte superiore al proprio peso. Luciano chiese a Mauro Rossetti, Direttore dell’Associazione Tessile e Salute di Biella, di interrompere le proprie vacanze per verificare le possibilita’ si sfruttare tecnologicamente le proprieta’ della lana. Questi, fatte le prime, positive, verifiche nel proprio garage e poi in laboratorio decise di coinvolgere Mario Ploner, Amministratore Delegato di Tecnomeccanica Biellese, che sulla base delle intuizioni ed indicazioni di Donatelli e Rossetti, insieme ad una squadra di tecnici ed ingegneri, avvio’ la progettazione del sistema tecnologico capace di recuperare il petrolio riversato in acqua.
Quando ho saputo che il mio vicino, Luciano Donatelli, ha brevettato di recente un sistema tecnologico che utilizza la lana, una delle principali risorse della mia citta‘, Biella, che da secoli lavora nel settore del tessile e conosce le proprieta‘ della stessa, per ripulire il mare, l’ho subito chiamato per avere maggiori informazioni in quanto mi e’ sembrata un’idea grandiosa.
L’idea iniziale del progetto (denominato Wores), il classico uovo di Colombo, e’ venuta proprio a lui, Presidente dell’Unione Industriale di Biella, durante la disastrosa fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma petrolifera Deep Horizon della BP nel Golfo del Messico nell’estate 2010, che gli fece ricordare la proprieta’ idrorepellente della lana grezza e contemporaneamente, la sua capacita’ di assorbire gli olii in quantita’ 10 volte superiore al proprio peso. Luciano chiese a Mauro Rossetti, Direttore dell’Associazione Tessile e Salute di Biella, di interrompere le proprie vacanze per verificare le possibilita’ si sfruttare tecnologicamente le proprieta’ della lana. Questi, fatte le prime, positive, verifiche nel proprio garage e poi in laboratorio decise di coinvolgere Mario Ploner, Amministratore Delegato di Tecnomeccanica Biellese, che sulla base delle intuizioni ed indicazioni di Donatelli e Rossetti, insieme ad una squadra di tecnici ed ingegneri, avvio’ la progettazione del sistema tecnologico capace di recuperare il petrolio riversato in acqua.
“Tecnologia, macchine e processo - dice Luciano - sono gia’ stati brevettati in questi giorni dalla societa’ Gruppo Creativi Associati (GCA) e stiamo cercando una compagnia di costruttori navali per renderci operativi quanto prima. In pratica siamo in grado, in modo abbastanza semplice, di recuperare con 10 tonnellate di lana sucida ben 950 tonnellate di petrolio, pari a ben 6.350 barili. Il petrolio recuperato e’ poi processabile in una qualsiasi raffineria. E questi numeri, gia’ estremamente importanti, possono in futuro anche essere superati.” Mi spiega che la nave disegnata per il deposito del brevetto prevede una capacita’ di serbatoio pari ad un milione di litri ed una stiva per lana sucida pulita adeguata per 10.000 kg, ed una seconda stiva, sotto coperta, per la lana esausta, che pesera’ circa 28.000 kg poiche’ una parte di idrocarburo non si rilascia alla spremitura. In dieci ore, l’imbarcazione puo’ coprire una superficie di di un chilometro quadrato, in cui verrebbero recuperati un milione di litri di petrolio (circa la meta’ del greggio disperso durante il recente disastro nel Golfo del Messico) con soli 10.000 kg di lana.
In sostanza, Wores sparge la lana a prua e, attraverso appositi scivoli, la recupera a poppa dove viene strizzata con delle presse che scaricano l’olio nero in un serbatoio nella stiva. Terminata l’operazione, la lana e’ pronta per essere utilizzata per un’ altra dozzina di volte.
“E’ bene sottolineare - spiega Luciano - che la lana inizialmente impiegata puo’ essere utilizzata almeno per una dozzina di operazioni consecutive, senza diminuizioni della propria capacita’ di assorbimento del petrolio e che alla fine diventa un ottimo combustibile facilmente utilizzabile in qualsiasi termovalorizzatore. Infine, ma non meno importante, utilizzando la lana sucida di finezze elevate, ovvero che non puo’ avere un impiego industriale, come la lana prodotta in Italia, si aiuterebbero anche gli allevatori “poveri”, le cui greggi producono reddito solo dal latte e limitatamente dalla carne prodotti. Questo scarto di nessuna utilita’ se impiegato per riassorbire il petrolio acquisterebbe un valore a tutto vantaggio dei produttori”.
In sostanza, Wores sparge la lana a prua e, attraverso appositi scivoli, la recupera a poppa dove viene strizzata con delle presse che scaricano l’olio nero in un serbatoio nella stiva. Terminata l’operazione, la lana e’ pronta per essere utilizzata per un’ altra dozzina di volte.
“E’ bene sottolineare - spiega Luciano - che la lana inizialmente impiegata puo’ essere utilizzata almeno per una dozzina di operazioni consecutive, senza diminuizioni della propria capacita’ di assorbimento del petrolio e che alla fine diventa un ottimo combustibile facilmente utilizzabile in qualsiasi termovalorizzatore. Infine, ma non meno importante, utilizzando la lana sucida di finezze elevate, ovvero che non puo’ avere un impiego industriale, come la lana prodotta in Italia, si aiuterebbero anche gli allevatori “poveri”, le cui greggi producono reddito solo dal latte e limitatamente dalla carne prodotti. Questo scarto di nessuna utilita’ se impiegato per riassorbire il petrolio acquisterebbe un valore a tutto vantaggio dei produttori”.
Alcune ipotesi di costo? La lana sucida ordinaria di qualita’ non
appetitive per il tradizionale utilizzo tessile, vale circa 1€ al kg,
tenendo gia’ conto di raccolta e trasporto. In molti casi poi e’ una
lana che e’ considerata un rifiuto, con problemi per di smaltimento per
gli allevatori. L’investimento per dotare un’imbarcazione adeguate con
le apparecchiature progettate sara’ dellìordine di 1 milione di euro.
In sintesi, la nave:
Nelle condizioni del Golfo del Messico e’ quindi ipotizzabile che l’intervento si sarebbe potato ripagare economicamente in sole 20 ore di lavoro (30 se si contano i costi di esercizio e il personale.
Luciano mi ha spiegato che il prototipo e’ pronto per essere realizzato su navi di diverse dimensioni per varie tipologie di intervento: per disastri in grandi aree di mare, per piccoli versamenti in acqua di superficie (porti, laghi, fiumi), e piccole golette spazzine. Resta ora da trovare una compagnia navale che metta a disposizione le proprie navi per l'installazione di Wores.
Anche per disastri di enorme portata, i quantitativi di lana necessaria sarebbero ampiamente disponibili ed andrebbero ad aiutare anche l’economia di Paesi e popolazioni povere. Inoltre il vantaggio ecologico di poter recuperare tonnellate di petrolio (ricco di additivi chimici) dal mare invece di farlo depositare sui fondali e’ senza dubbio di valore inestimabile.
Quest’idea rivoluzionaria, pensata e brevettata da Luciano Donatelli, sfrutta quindi con un sistema semplice e originale, la proprieta’ idrorepellente della lana con risultati sorprendenti.
Luciano, cosa la rende maggiormente orgoglioso di questo progetto? “Il fatto di aver inventato un sistema ecocompatibile a 360°: dall’utilizzo di un materiale di scarto per bonificare le acque fino al suo smaltimento nei termovalorizzatori.
Guardate questo video:
In sintesi, la nave:
- Utilizza 10.000 kg di lana (10.000€)
- Raccoglie in 10 ore 6.350 barili di petrolio
- 6.350 barili a 70/80€ al barile = 500.000€
- In 20 ore di lavoro puo’ recuperare petrolio per un valore di circa 1 milione di euro, pari al costo per attrezzare la nave.
Nelle condizioni del Golfo del Messico e’ quindi ipotizzabile che l’intervento si sarebbe potato ripagare economicamente in sole 20 ore di lavoro (30 se si contano i costi di esercizio e il personale.
Luciano mi ha spiegato che il prototipo e’ pronto per essere realizzato su navi di diverse dimensioni per varie tipologie di intervento: per disastri in grandi aree di mare, per piccoli versamenti in acqua di superficie (porti, laghi, fiumi), e piccole golette spazzine. Resta ora da trovare una compagnia navale che metta a disposizione le proprie navi per l'installazione di Wores.
Anche per disastri di enorme portata, i quantitativi di lana necessaria sarebbero ampiamente disponibili ed andrebbero ad aiutare anche l’economia di Paesi e popolazioni povere. Inoltre il vantaggio ecologico di poter recuperare tonnellate di petrolio (ricco di additivi chimici) dal mare invece di farlo depositare sui fondali e’ senza dubbio di valore inestimabile.
Quest’idea rivoluzionaria, pensata e brevettata da Luciano Donatelli, sfrutta quindi con un sistema semplice e originale, la proprieta’ idrorepellente della lana con risultati sorprendenti.
Luciano, cosa la rende maggiormente orgoglioso di questo progetto? “Il fatto di aver inventato un sistema ecocompatibile a 360°: dall’utilizzo di un materiale di scarto per bonificare le acque fino al suo smaltimento nei termovalorizzatori.
Guardate questo video:
Let's Clean the Gulf with Wool!
I've lived in
Mexico for three years and often visited the area of Progreso, a
small town on the Gulf with a disarming beauty though the view being
spoiled by Pemex's plants and I'm an obsessive-compulsive lover of
that region: this is why I'm really concerned about water pollution
in its marine area. The so-called “black tides” are potential
ecologic bombs, as hydrocarbons and crude oil deposited on the
ocean's floor can actually genetically modify water organisms and
cause them cancers.
When I've learnt that my neighbour – Luciano Donatelli – has recently patented a high-technological system aimed to use wool to clean up the ocean, I've called him immediately for more information: this is an incredible idea, I thought! Wool is one of the major resources of my town, Biella (Italy), that for centuries has worked in the textile industry and knows its qualities very well.
Like a Columbus egg, the project idea (called Wores) came to Donatelli himself – also President of Biella's Manufacturers' Union – during the tremendous oil spill from the BP platform “Deep Horizon” in the Gulf of Mexico in summer 2010, reminding him the high water-repellent properties of raw wool and at the same time its ability to absorb 10 times more oils than its own weight.
Donatelli asked Mauro Rossetti – Director of Biella's Association for Textiles and Health – to come back from his holidays in order to verify if there was a way to technologically make the most out of wool's properties.
At first in his garage and then in laboratories, Rossetti positively tested Donatelli's idea and decided to involve Mario Ploner – managing Director of Tecnomeccanica Biellese (a company which produces machines for textile working, translator's note). On the basis of Donatelli's idea and Rossetti's instructions and helped by a team of technicians and engineers, he started developing the technological system able to recycle the oil spilled into the ocean.
When I've learnt that my neighbour – Luciano Donatelli – has recently patented a high-technological system aimed to use wool to clean up the ocean, I've called him immediately for more information: this is an incredible idea, I thought! Wool is one of the major resources of my town, Biella (Italy), that for centuries has worked in the textile industry and knows its qualities very well.
Like a Columbus egg, the project idea (called Wores) came to Donatelli himself – also President of Biella's Manufacturers' Union – during the tremendous oil spill from the BP platform “Deep Horizon” in the Gulf of Mexico in summer 2010, reminding him the high water-repellent properties of raw wool and at the same time its ability to absorb 10 times more oils than its own weight.
Donatelli asked Mauro Rossetti – Director of Biella's Association for Textiles and Health – to come back from his holidays in order to verify if there was a way to technologically make the most out of wool's properties.
At first in his garage and then in laboratories, Rossetti positively tested Donatelli's idea and decided to involve Mario Ploner – managing Director of Tecnomeccanica Biellese (a company which produces machines for textile working, translator's note). On the basis of Donatelli's idea and Rossetti's instructions and helped by a team of technicians and engineers, he started developing the technological system able to recycle the oil spilled into the ocean.
“Technology, machines and process – Luciano says – have already been patented these days by the company “Gruppo Creativi Associati (GCA)” and now we are looking for naval constructors in order to be effective as soon as possible. Practically with 10 tons of greasy wool we are able to recycle 950 tons of spilled oil, almost 6350 barrels. At this point the recycled oil can undergo usual processes in any refinery. And these numbers - extremely positive – can also increase in the future. ”Luciano
explains me that the ship designed for filing the patent must provide
for a tank's capacity of one million liters and a hold able to store
about 10.000 kgs of clean greasy wool and a second below-deck hold to
store the used wool, which in the end will weigh almost 28.000 kgs as
hydrocarbons won't partly be released through the pressing process.
In just ten hours the ship is able to cover an area of a square km,
where one million liters of oil (almost half the oil spilled during
the recent disaster in the Gulf) can be recycled with just 10.000 kgs
of wool. In short, Wores releases the wool at stem and through
special slides, the wool is recovered at stern, where some pressing
systems squeeze it and release the absorbed oil inside a tank in the
ship's hold. At the end of this process, the wool can be reused for a
dozen times.
“ We must underline – so explains Luciano – that the wool can be reused for at least a dozen consecutive operations, without decreasing its absorbing capacity and that in the end it becomes an excellent fuel, which can be easily used in any incinerator. Last but not the least, by using greasy wool like for ex. Italian wool – which can not be used in the manifacturing field – also “poor” sheep farmers could be helped, as now incomes deriving from their flocks are based just on milk and meat to a limited extent. This useless waste – if employed for absorbing the oil – would gain an incredible value for farmers as well.”
“ We must underline – so explains Luciano – that the wool can be reused for at least a dozen consecutive operations, without decreasing its absorbing capacity and that in the end it becomes an excellent fuel, which can be easily used in any incinerator. Last but not the least, by using greasy wool like for ex. Italian wool – which can not be used in the manifacturing field – also “poor” sheep farmers could be helped, as now incomes deriving from their flocks are based just on milk and meat to a limited extent. This useless waste – if employed for absorbing the oil – would gain an incredible value for farmers as well.”
Costs hypothesis? Quality greasy wool – which cannot be used in
traditional textile – costs nearly € 1,00/kg, collection and transport
included. In most cases this wool is also considered as waste material
with related disposal problems for farmers. Investments to equip a
suitable ship with designed machines will be around 1 million euros.
In short:
We can therefore assume that in the Gulf's actual conditions the intervention could be economically refunded with 20 working hours (30 to cover operating and personell's costs as well).
Luciano has explained me that the prototype is ready to be realized on ships of different sizes and for different purposes: for disasters in extended areas, for reduced spills in surface water (harbors, lakes and rivers) or in little cleaning shooners. They now have to find a naval company to provide its ships to install Wores on.
Also in case of wide disasters, wool quantities needed would be widely available and would help the economy of poor countries and populations. Moreover the ecologic advantage of recycling tons of oil (rich in additives) from the ocean instead of leaving it deposit on the ocean's floor is undoubtedly of invaluable importance.
This revolutionary project, thought and patented by Luciano Donatelli, makes therefore the most out of a simple and original system using wool water-repellent properties with extraordinary results.
Luciano, which aspect about this project are you mostly proud of? “ Having invented a 360° eco-friendly system: starting from the waste material to clean up the water to its disposal in incinerators.”
You can watch the video above. We apologize, it is only available in Italian.
WEBMASTER: ANNA @tatanka1977
In short:
- The ship uses 10.000 kgs of greasy wool;
- In 10 hours it recycles 6350 barrels of spilled oil;
- 6350 oil barrels at €70-80/barrel = €500.000
- In 20 hours it can recycle oil for 1 million euros, which is the amount needed to equip the ship itself.
We can therefore assume that in the Gulf's actual conditions the intervention could be economically refunded with 20 working hours (30 to cover operating and personell's costs as well).
Luciano has explained me that the prototype is ready to be realized on ships of different sizes and for different purposes: for disasters in extended areas, for reduced spills in surface water (harbors, lakes and rivers) or in little cleaning shooners. They now have to find a naval company to provide its ships to install Wores on.
Also in case of wide disasters, wool quantities needed would be widely available and would help the economy of poor countries and populations. Moreover the ecologic advantage of recycling tons of oil (rich in additives) from the ocean instead of leaving it deposit on the ocean's floor is undoubtedly of invaluable importance.
This revolutionary project, thought and patented by Luciano Donatelli, makes therefore the most out of a simple and original system using wool water-repellent properties with extraordinary results.
Luciano, which aspect about this project are you mostly proud of? “ Having invented a 360° eco-friendly system: starting from the waste material to clean up the water to its disposal in incinerators.”
You can watch the video above. We apologize, it is only available in Italian.
WEBMASTER: ANNA @tatanka1977