Quando, poco tempo fa, ho scoperto le intenzioni di Ian di costruire “il Santuario degli Animali” mi sono talmente emozionata che non potevo crederci. E' una vita che questo è il mio sogno, per quanto io amo gli animali e per quanto queste meravigliose creature mi hanno aiutato a superare momenti duri e difficili di malattia e depressione.
A loro devo tutto, così ho deciso di proporre allo staff dell’ISF Italian Support, questo articolo per rendere più chiaro il ruolo degli animali non solo nella loro natura affettiva ma anche con una valenza terapeutica per le nostre vite e, magari, far comprendere a chi ancora non crede in loro quanto la presenza di un pet arricchisce la nostra vita giorno dopo giorno, quanto la nostra salute psico-fisica migliori grazie alla vicinanza di un piccolo amico peloso.
Il valore terapeutico degli animali, pensate, risale all’antichità e nel corso dei secoli ha assunto sempre più importanza.
Oggi trova, grazie ad una strutturazione metodologica e ad impieghi mirati a patologie specifiche, la propria realtà in quella che viene chiamata Pet Therapy.
Bisogna giungere fino al XVIII secolo per osservare, presso scuole anglosassoni, l’effetto benefico esercitato in presenza di cani e gatti sull’umore e sulle condizioni di salute dei pazienti; in particolare, occuparsi di questi animali consentiva a malati di mente di acquistare un certo equilibrio ed interesse per il mondo esterno.
Nella seconda metà del XIX secolo un medico francese sperimentò l’ippoterapia (terapia con l’utilizzo di cavalli) con pazienti portatori di handicap neurologici e ne riportò dei risultati soddisfacenti. Durante la seconda guerra mondiale, animali da compagnia vennero utilizzati come supporto per ridurre i danni psicologici causati a molte persone dagli eventi bellici.
Questo approccio viene chiamato Pet- Therapy, un neologismo di origine anglosassone coniato dallo psichiatra infantile Boris Levinson nel 1953 in seguito ad una scoperta casuale: un bambino con tratti autistici (problema psicologico che crea difficoltà a relazionarsi con la realtà e alla vicinanza fisica e contatto con gli altri) si dimostrò più spontaneo e più disponibile all’interazione, dopo aver avuto un contatto da lui stesso voluto, con un cane (un cocker) di proprietà dello stesso Levinson. Pet in inglese vuol dire “ animale domestico” o “ da compagnia”, quindi da accarezzare e da coccolare, azioni che procurano così un piacevole contatto fisico, uno dei principali fattori di comunicazione interpersonale e interspecifica, stimolando la creatività, la curiosità e la capacità di osservazione.
A loro devo tutto, così ho deciso di proporre allo staff dell’ISF Italian Support, questo articolo per rendere più chiaro il ruolo degli animali non solo nella loro natura affettiva ma anche con una valenza terapeutica per le nostre vite e, magari, far comprendere a chi ancora non crede in loro quanto la presenza di un pet arricchisce la nostra vita giorno dopo giorno, quanto la nostra salute psico-fisica migliori grazie alla vicinanza di un piccolo amico peloso.
Il valore terapeutico degli animali, pensate, risale all’antichità e nel corso dei secoli ha assunto sempre più importanza.
Oggi trova, grazie ad una strutturazione metodologica e ad impieghi mirati a patologie specifiche, la propria realtà in quella che viene chiamata Pet Therapy.
Bisogna giungere fino al XVIII secolo per osservare, presso scuole anglosassoni, l’effetto benefico esercitato in presenza di cani e gatti sull’umore e sulle condizioni di salute dei pazienti; in particolare, occuparsi di questi animali consentiva a malati di mente di acquistare un certo equilibrio ed interesse per il mondo esterno.
Nella seconda metà del XIX secolo un medico francese sperimentò l’ippoterapia (terapia con l’utilizzo di cavalli) con pazienti portatori di handicap neurologici e ne riportò dei risultati soddisfacenti. Durante la seconda guerra mondiale, animali da compagnia vennero utilizzati come supporto per ridurre i danni psicologici causati a molte persone dagli eventi bellici.
Questo approccio viene chiamato Pet- Therapy, un neologismo di origine anglosassone coniato dallo psichiatra infantile Boris Levinson nel 1953 in seguito ad una scoperta casuale: un bambino con tratti autistici (problema psicologico che crea difficoltà a relazionarsi con la realtà e alla vicinanza fisica e contatto con gli altri) si dimostrò più spontaneo e più disponibile all’interazione, dopo aver avuto un contatto da lui stesso voluto, con un cane (un cocker) di proprietà dello stesso Levinson. Pet in inglese vuol dire “ animale domestico” o “ da compagnia”, quindi da accarezzare e da coccolare, azioni che procurano così un piacevole contatto fisico, uno dei principali fattori di comunicazione interpersonale e interspecifica, stimolando la creatività, la curiosità e la capacità di osservazione.
Chi può usufruire di questo tipo di terapia?
In effetti tutti noi che amiamo gli animali e che ne possediamo uno o più di uno.
A livello di patologia i nostri amici animali sono molto utili con i bambini e con gli anziani. In alcune categorie di malati e di disabili fisici e psichici, il contatto con l’animale può aiutare a soddisfare i bisogni di affetto, sicurezza, aiuta nelle relazioni interpersonali e a recuperare alcune abilità che queste persone possono aver perduto. E’ stato infatti rilevato, attraverso degli studi, che il contatto con un animale, oltre a garantire la sostituzione di affetti mancanti o carenti, è particolarmente adatto a favorire i contatti inter-personali offrendo spunti di conversazione, di ilarità e di gioco, e l’occasione di interagire con gli altri per merito suo.
Il nostro amico animale può svolgere la funzione di ammortizzatore in particolari condizioni di stress e di conflittualità, può rappresentare un valido aiuto per pazienti con problemi di comportamento sociale e di comunicazione, specie se bambini ed anziani, ma anche per chi soffre di alcune forme di disabilità e di ritardo mentale e per pazienti psichiatrici. Alcuni studi rivelano quanto il prendersi cura di un piccolo amico peloso possa essere d’aiuto e di cura per pazienti ipotesi (problematiche di pressione bassa) o cardiopatici, dato che è stato dimostrato che accarezzare un animale, oltre ad aumentare la coscienza della proprio corporalità, essenziale allo sviluppo della personalità, interviene nella riduzione della pressione arteriosa e contribuisce a regolare la frequenza cardiaca. Che si tratti di un coniglio, di un cane, di un gatto o di un altro animale scelto dai programmi di pet therapy, la sua presenza solitamente risveglia l’interesse di chi ne viene a contatto, catalizza la sua attenzione, grazie all’instaurarsi di relazioni affettive e canali di comunicazione privilegiati con il paziente, stimola energie positive distogliendolo o rendendogli più accettabile il disagio di cui è portatore.
Alcune recenti esperienze, condotte in Italia su bambini ricoverati in reparti pediatrici nei quali si è svolto un programma di Pet Therapy, dimostrano che la gioia e la curiosità manifestate dai piccoli pazienti durante gli incontri con gli animali consentivano di alleviare il disagio dovuto alla degenza, tanto da rendere più sereno il loro approccio con le terapie e con il personale sanitario. Il gioco, il dar loro da mangiare, il prenderli in braccio per accarezzarli e coccolarli hanno lo scopo di riunire i bambini, di farli rilassare e socializzare tra loro in modo da sollecitare i contatti da mantenere durante il periodo più o meno lungo di degenza, migliorare la qualità della loro vita in quella particolare contingenza.
In effetti tutti noi che amiamo gli animali e che ne possediamo uno o più di uno.
A livello di patologia i nostri amici animali sono molto utili con i bambini e con gli anziani. In alcune categorie di malati e di disabili fisici e psichici, il contatto con l’animale può aiutare a soddisfare i bisogni di affetto, sicurezza, aiuta nelle relazioni interpersonali e a recuperare alcune abilità che queste persone possono aver perduto. E’ stato infatti rilevato, attraverso degli studi, che il contatto con un animale, oltre a garantire la sostituzione di affetti mancanti o carenti, è particolarmente adatto a favorire i contatti inter-personali offrendo spunti di conversazione, di ilarità e di gioco, e l’occasione di interagire con gli altri per merito suo.
Il nostro amico animale può svolgere la funzione di ammortizzatore in particolari condizioni di stress e di conflittualità, può rappresentare un valido aiuto per pazienti con problemi di comportamento sociale e di comunicazione, specie se bambini ed anziani, ma anche per chi soffre di alcune forme di disabilità e di ritardo mentale e per pazienti psichiatrici. Alcuni studi rivelano quanto il prendersi cura di un piccolo amico peloso possa essere d’aiuto e di cura per pazienti ipotesi (problematiche di pressione bassa) o cardiopatici, dato che è stato dimostrato che accarezzare un animale, oltre ad aumentare la coscienza della proprio corporalità, essenziale allo sviluppo della personalità, interviene nella riduzione della pressione arteriosa e contribuisce a regolare la frequenza cardiaca. Che si tratti di un coniglio, di un cane, di un gatto o di un altro animale scelto dai programmi di pet therapy, la sua presenza solitamente risveglia l’interesse di chi ne viene a contatto, catalizza la sua attenzione, grazie all’instaurarsi di relazioni affettive e canali di comunicazione privilegiati con il paziente, stimola energie positive distogliendolo o rendendogli più accettabile il disagio di cui è portatore.
Alcune recenti esperienze, condotte in Italia su bambini ricoverati in reparti pediatrici nei quali si è svolto un programma di Pet Therapy, dimostrano che la gioia e la curiosità manifestate dai piccoli pazienti durante gli incontri con gli animali consentivano di alleviare il disagio dovuto alla degenza, tanto da rendere più sereno il loro approccio con le terapie e con il personale sanitario. Il gioco, il dar loro da mangiare, il prenderli in braccio per accarezzarli e coccolarli hanno lo scopo di riunire i bambini, di farli rilassare e socializzare tra loro in modo da sollecitare i contatti da mantenere durante il periodo più o meno lungo di degenza, migliorare la qualità della loro vita in quella particolare contingenza.
Nella mia personale esperienza i miei splendidi “cani fantasia” come li chiamo io, due meticci di taglia media, mi hanno aiutato a trovare la forza di alzarmi, di non lasciarmi portare via dalla malattia e di prendermi cura di loro e di me stessa. Oramai è passato qualche anno, ma circa 10 anni fa mi è stata diagnosticata una malattia progressiva ed invalidante, che aggressivamente e in modo acuto in brevissimo tempo mi ha costretta immobilizzata a letto con l’incapacità di muovermi a causa di dolori terribili, in quel periodo i miei fedeli amici animali erano due cuccioli, uno di 2 anni e l’altra di pochi mesi, che con il loro amore e la loro intelligenza mi hanno “dolcemente” spinta a reagire.
Quotidianamente infatti, dovevo portarli a fare la passeggiata per “i bisognini”, e anche se riuscivo a malapena a mettere un piede davanti all’altro per poter camminare, loro mi aspettavano, non tiravano il guinzaglio, guardavano ogni mio passo e se qualche volta inciampavo o cadevo, si avvicinavano amorevolmente a me con i loro nasini umidi, e le loro linguette pronti ad asciugare le mie lacrime di dolore e di sconfitta.
Non mi hanno mai permesso di “gettare la spugna”, non mi hanno mai permesso di mollare, mi sono sempre stati vicini, aiutandomi a rialzarmi e permettendomi di sentirmi meglio, fino a guarire, a non sentire più quel dolore profondo e interiore che la malattia ti fa sentire quando ti porta via la dignità.
Con questa storia non voglio intenerire nessuno. Mi considero solo una tra le persone in questo mondo che ha avuto la fortuna e l’onore di essere amata e amare gli animali. Loro ti danno rispetto e amore, non chiedono niente in cambio e questo credo sia l’intento del grande progetto di Ian, creare una struttura che accolga tutti quelle creature meravigliose che sono state tradite dall’uomo, che hanno molto da donare all’uomo anche se questo li ha abbandonati e maltrattati, tanto da poter aiutare ragazzi che per diverse ragioni, spesso sconosciute ai più, hanno un comportamento aggressivo, fuori dalle righe, “da bulli”, perché stando a contatto con gli animali possano ritrovare le regole, il piacere del calore spontaneo, della vicinanza e possano di nuovo credere in se stessi e nella loro vita.
Questo articolo porta nozioni di teoria, scientifiche, la mia esperienza personale e la motivazione perché credo molto in Ian Somerhalder e nell’ISF, perché realizzano il mio sogno di una vita.
Quindi, se anche voi siete grati alla vita e la vostra serenità dipende da un amico peloso, donate al Santuario perché anche altri pelosi e giovani ragazzi possano vivere serenamente come noi.
Patty 76
Quotidianamente infatti, dovevo portarli a fare la passeggiata per “i bisognini”, e anche se riuscivo a malapena a mettere un piede davanti all’altro per poter camminare, loro mi aspettavano, non tiravano il guinzaglio, guardavano ogni mio passo e se qualche volta inciampavo o cadevo, si avvicinavano amorevolmente a me con i loro nasini umidi, e le loro linguette pronti ad asciugare le mie lacrime di dolore e di sconfitta.
Non mi hanno mai permesso di “gettare la spugna”, non mi hanno mai permesso di mollare, mi sono sempre stati vicini, aiutandomi a rialzarmi e permettendomi di sentirmi meglio, fino a guarire, a non sentire più quel dolore profondo e interiore che la malattia ti fa sentire quando ti porta via la dignità.
Con questa storia non voglio intenerire nessuno. Mi considero solo una tra le persone in questo mondo che ha avuto la fortuna e l’onore di essere amata e amare gli animali. Loro ti danno rispetto e amore, non chiedono niente in cambio e questo credo sia l’intento del grande progetto di Ian, creare una struttura che accolga tutti quelle creature meravigliose che sono state tradite dall’uomo, che hanno molto da donare all’uomo anche se questo li ha abbandonati e maltrattati, tanto da poter aiutare ragazzi che per diverse ragioni, spesso sconosciute ai più, hanno un comportamento aggressivo, fuori dalle righe, “da bulli”, perché stando a contatto con gli animali possano ritrovare le regole, il piacere del calore spontaneo, della vicinanza e possano di nuovo credere in se stessi e nella loro vita.
Questo articolo porta nozioni di teoria, scientifiche, la mia esperienza personale e la motivazione perché credo molto in Ian Somerhalder e nell’ISF, perché realizzano il mio sogno di una vita.
Quindi, se anche voi siete grati alla vita e la vostra serenità dipende da un amico peloso, donate al Santuario perché anche altri pelosi e giovani ragazzi possano vivere serenamente come noi.
Patty 76
How Our Pets Help Us Keeping Our Health
When I recently discovered Ian's intention to build "The Animal Sanctuary", I was so excited that I could not believe it. This is the dream of a lifetime, as I love animals and how these wonderful creatures helped me to overcome hard times and difficult illness and depression.
I owe everything to them, so I decided to propose to the ISF Italian Support staff this article to clarify the role of animals not only in nature but also of their affection as a therapeutic value for our lives, and maybe make it clear to those who do not believe in them, since the presence of a pet enriches our lives day by day, as our mental and physical health improves due to the proximity of a small furry friend.
The therapeutic value of animals goes back to antiquity, and over the centuries has become increasingly important.
Today, thanks to a structured methodology and applications targeted to specific diseases, it has become a reality in what is called Pet Therapy.
You need to reach the eighteenth century, in Anglo-Saxon schools, to observe the beneficial effects brought by cats and dogs to the mood and the health of patients. In particular, taking care of these animals allowed mentally ill patients to buy a certain balance and interest in the outside world. In the second half of the nineteenth century, a French physician experienced hippotherapy (therapy with the use of horses) with patients with neurological disabilities, and they reported satisfactory results. During the Second World War, pets were used as a support to reduce psychological harm due to war.
This approach is called Pet Therapy, a neologism coined by the Anglo-Saxon child psychiatrist Boris Levinson in 1953 as a result of an accidental discovery: a child with autistic traits (psychological problem of difficulty in relating with reality, and in physical proximity and contact with others) proved to be more spontaneous and more open to interaction after having a contact with a dog (a cocker spaniel) owned by Levinson. Pet in English means "pet" to pet and cuddle, actions which provide a pleasant physical contact, one of the main factors of interpersonal communication and inter-species, stimulating creativity, curiosity and observation skills.
I owe everything to them, so I decided to propose to the ISF Italian Support staff this article to clarify the role of animals not only in nature but also of their affection as a therapeutic value for our lives, and maybe make it clear to those who do not believe in them, since the presence of a pet enriches our lives day by day, as our mental and physical health improves due to the proximity of a small furry friend.
The therapeutic value of animals goes back to antiquity, and over the centuries has become increasingly important.
Today, thanks to a structured methodology and applications targeted to specific diseases, it has become a reality in what is called Pet Therapy.
You need to reach the eighteenth century, in Anglo-Saxon schools, to observe the beneficial effects brought by cats and dogs to the mood and the health of patients. In particular, taking care of these animals allowed mentally ill patients to buy a certain balance and interest in the outside world. In the second half of the nineteenth century, a French physician experienced hippotherapy (therapy with the use of horses) with patients with neurological disabilities, and they reported satisfactory results. During the Second World War, pets were used as a support to reduce psychological harm due to war.
This approach is called Pet Therapy, a neologism coined by the Anglo-Saxon child psychiatrist Boris Levinson in 1953 as a result of an accidental discovery: a child with autistic traits (psychological problem of difficulty in relating with reality, and in physical proximity and contact with others) proved to be more spontaneous and more open to interaction after having a contact with a dog (a cocker spaniel) owned by Levinson. Pet in English means "pet" to pet and cuddle, actions which provide a pleasant physical contact, one of the main factors of interpersonal communication and inter-species, stimulating creativity, curiosity and observation skills.
Who can benefit from this type of therapy?
In fact, all those who love animals and who possess one or more than one.
In terms of pathology, our animal friends are very helpful to children and to old people. In certain categories of patients, the physically and mentally disabled, the contact with the animal can help to meet the needs of affection and security. It helps in interpersonal relationships and to recover certain skills that these people may have lost.
It has been proved by studies, that the contact with an animal, as well as ensuring the replacement of missing or deficient affection, is particularly suited to foster inter-personal contacts as a matter of conversation, laughter and play, and the opportunity to interact with others because of him. Our friend animal can act as a cushion under the particular conditions of stress and conflict. It can be a valuable aid for patients with problems of social behavior and communication, especially children and the elderly, but also for those suffering from certain forms of disabilities and mental retardation, and psychiatric patients.
Some studies suggest that taking care of a little furry friend can be of help and care for patients with hypotension (low blood pressure problems) or cardiopaths, since it has been shown that petting an animal, as well as increasing awareness of their corporeality, essential to the development of personality, involves the reduction of blood pressure and helps regulate the heart rate.
Whether it's a rabbit, a dog, a cat or another animal chosen by pet therapy programs, its presence usually arouses the interest of those who come into contact with, and catalyzes its attention through the onset of emotional relationships and privileged communication channels with the patient. It stimulates positive energy by detaching or making more acceptable his discomfort.
In Italy, some recent experiences of children admitted to pediatric wards, in which there was a program of Pet Therapy, show that the joy and curiosity expressed by young patients during encounters with the animals allowed to relieve discomfort due to the hospital, as well as to make clear their approach to treatment and health care personnel.
Play, feed them, take them into the arms, caress and cuddle them aim to reunite the children, to make them relax and socialize with each other in order to solicit contacts to be maintained during the longer or shorter period of hospitalization and improve the quality of life in that particular contingency.
In fact, all those who love animals and who possess one or more than one.
In terms of pathology, our animal friends are very helpful to children and to old people. In certain categories of patients, the physically and mentally disabled, the contact with the animal can help to meet the needs of affection and security. It helps in interpersonal relationships and to recover certain skills that these people may have lost.
It has been proved by studies, that the contact with an animal, as well as ensuring the replacement of missing or deficient affection, is particularly suited to foster inter-personal contacts as a matter of conversation, laughter and play, and the opportunity to interact with others because of him. Our friend animal can act as a cushion under the particular conditions of stress and conflict. It can be a valuable aid for patients with problems of social behavior and communication, especially children and the elderly, but also for those suffering from certain forms of disabilities and mental retardation, and psychiatric patients.
Some studies suggest that taking care of a little furry friend can be of help and care for patients with hypotension (low blood pressure problems) or cardiopaths, since it has been shown that petting an animal, as well as increasing awareness of their corporeality, essential to the development of personality, involves the reduction of blood pressure and helps regulate the heart rate.
Whether it's a rabbit, a dog, a cat or another animal chosen by pet therapy programs, its presence usually arouses the interest of those who come into contact with, and catalyzes its attention through the onset of emotional relationships and privileged communication channels with the patient. It stimulates positive energy by detaching or making more acceptable his discomfort.
In Italy, some recent experiences of children admitted to pediatric wards, in which there was a program of Pet Therapy, show that the joy and curiosity expressed by young patients during encounters with the animals allowed to relieve discomfort due to the hospital, as well as to make clear their approach to treatment and health care personnel.
Play, feed them, take them into the arms, caress and cuddle them aim to reunite the children, to make them relax and socialize with each other in order to solicit contacts to be maintained during the longer or shorter period of hospitalization and improve the quality of life in that particular contingency.
In my personal experience, my wonderful "fancy dogs", as I call them, two half-breeds of medium size, have helped me find the strength to get up, not to let the disease take away, and take care of them and myself.
By now, some years have passed, but about 10 years ago, I was diagnosed with a progressive and debilitating disease, which aggressively and acutely in a very short time forced me bedridden with an inability to move due to terrible pains. At that time, my faithful animal friends were two puppies, one of 2 years and the other a few months. Thanks to them, their love and their intelligence, I have been "gently" pushed to react; every day I had to get them to do "the poo" walk, and even though I could barely put one foot in front of the other to be able to walk, they were waiting for me, not pulling on the leash, watching me every step.
And if I sometimes stumbled or fell, they approached me lovingly with their wet noses, and their tongues were ready to dry my tears of sorrow and defeat. I was never allowed to "throw in the towel", I was never allowed to give up.
They have always been beside me, helping me to get up and allowing me to get better, to heal, not to feel that deep and inner pain the disease makes you feel when it takes away your dignity.
With this story I don’t want to move anybody. I consider myself one of the few people in this world who had the good fortune and honour to be loved and loving animals. They give you respect and love, they do not ask for anything in return and I think this is the intent of the great project of Ian: to create a structure that brings together all those wonderful creatures that have been betrayed by man, who have much to give to man although he abandoned and abused them, so they can help children who, for various reasons, often unknown to most people, have an aggressive behaviour, outside the lines, like bullies, so that being in contact with animals may allow them to rediscover the rules, the pleasure of spontaneous warmth and closeness, believing again in themselves and in their lives.
This article brings theoric and scientific knowledges, my personal experience, and a whole lot of motivation because I really believe in Ian Somerhalder and the ISF, and because they are realizing the dream of my life.
So, if you are grateful to life and owe your serenity to a furry friend too, please donate to the Sanctuary so that other lovely pets and other children may live as peacefully as we do!
Patty 76
By now, some years have passed, but about 10 years ago, I was diagnosed with a progressive and debilitating disease, which aggressively and acutely in a very short time forced me bedridden with an inability to move due to terrible pains. At that time, my faithful animal friends were two puppies, one of 2 years and the other a few months. Thanks to them, their love and their intelligence, I have been "gently" pushed to react; every day I had to get them to do "the poo" walk, and even though I could barely put one foot in front of the other to be able to walk, they were waiting for me, not pulling on the leash, watching me every step.
And if I sometimes stumbled or fell, they approached me lovingly with their wet noses, and their tongues were ready to dry my tears of sorrow and defeat. I was never allowed to "throw in the towel", I was never allowed to give up.
They have always been beside me, helping me to get up and allowing me to get better, to heal, not to feel that deep and inner pain the disease makes you feel when it takes away your dignity.
With this story I don’t want to move anybody. I consider myself one of the few people in this world who had the good fortune and honour to be loved and loving animals. They give you respect and love, they do not ask for anything in return and I think this is the intent of the great project of Ian: to create a structure that brings together all those wonderful creatures that have been betrayed by man, who have much to give to man although he abandoned and abused them, so they can help children who, for various reasons, often unknown to most people, have an aggressive behaviour, outside the lines, like bullies, so that being in contact with animals may allow them to rediscover the rules, the pleasure of spontaneous warmth and closeness, believing again in themselves and in their lives.
This article brings theoric and scientific knowledges, my personal experience, and a whole lot of motivation because I really believe in Ian Somerhalder and the ISF, and because they are realizing the dream of my life.
So, if you are grateful to life and owe your serenity to a furry friend too, please donate to the Sanctuary so that other lovely pets and other children may live as peacefully as we do!
Patty 76